La mensa scolastica di Firenze non deve essere cambiata

Perchè la mensa scolastica di Firenze non deve essere cambiata, la mia lettera in appoggio al comune da mamma ma anche da Biologa Nutrizionista impegnata nell’educazione alimentare a Firenze.

 

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La mia lettera aperta di oggi alle testate gironalistiche della mia città e agli addetti ai lavori:

Buongiorno, sono Irene Granucci, scrivo questa mail, in risposta ad un articolo uscito il 26/11 (http://www.lanazione.it/…/…/menu-mense-scolastiche-1.2683196) relativo alla mensa, lo scrivo a chi ha pubblicato a chi no, sperando di trovare riscontro da qualche parte, lo scrivo agli addetti ai lavori perchè si meritano anche loro di sapere che non siamo tutti uguali, sebbene abbia più volte privatamente ringraziato tali enti.

 

Sono una Biologa Nutrizionista, ma qui sono la mamma di un bimbo di tre anni che, come altre mamme, è intervenuta alle riunioni della scuola così come alle assemblee organizzate in questo periodo dal comune, finalmente contenta della nuova mensa scolastica. Non trovo giusto che si prenda sempre e solo in considerazione la voce di chi urla di più e si faccia passare, nel vostro articolo, l’attività del servizio ristorazione e di chi ha elaborato il menù come sconfitto, attribuendo indirettamente l’idea che fosse esagerato, inadeguato in qualche misura sbagliato perchè non è così.
Sbagliato forse è l’atteggiamento dei genitori, che grazie alle loro paure non hanno aiutato in alcuna misura i loro figli a imparare un nuovo stile alimentare ne a guadagnare in salute. Non è un menù semplice è vero, e forse sarebbe stato opportuno spiegarlo già a partire dall’anno scorso, ma che oggi nel 2016 non si riesca ad andare oltre la pancia piena dei nostri figli mi sembra paradossale, anacronistico e, potrei dire, incosciente. Di certo non viviamo in quell’emisfero del mondo in cui, attualmente, c’è il rischio di morire di fame, ma di sicuro è presente, sempre più, il rischio di morire per gli eccessi di cibo.

 

Una cattiva alimentazione è alla base di numerosi problemi di salute come ipertensione, diabete/insulinoresitenza, dislipidemie, predisposizione a intolleranze e molte altre tra cui malattie cronico-degenerative come il cancro. Mangiare male, e quindi nutrirsi male, non genere direttamente le patologie, o almeno non è ad oggi stato dimostrato, ma le favorisce e sostiene attraverso stati infiammatori cronici e alterazioni epigenetiche. Il menù elaborato, debbo dire, con tanto coraggio dalla dietista, prende in considerazioni oltre le direttive vigenti del ministero e della regione anche le direttive dell’OMS e le linee di ricerca nazionali ed internazionali in merito alla questione.

 

Oltre il lato salute, c’è il lato ambiente che è legato in ogni caso a doppio filo con noi e la nostra salute. Tramite una alimentazione in cui si riscoprono e introducono,con molta più frequenza, cibi di origine vegetali, in primis legumi, seguendo la stagionalità e la completezza nutrizionale così da garantire ai bambini l’apporto corretto di tutti i nutrienti, facciamo veramente molto per l’ambiente, e quindi per i nostri figli e la loro salute. I legumi sono stati anche il tema centrale per l’anno 2016 della FAO. una lettura in questo senso aprirebbe molto gli occhi.

 

Arriviamo al punto nodale, i bambini non mangiano i nuovi piatti perchè non piacciono. Certo l’educazione alimentare è una cosa molto faticosa perchè richiede in primo luogo l’esempio dei genitori e se tanto mi da tanto si capisce bene perchè bambini abbiano molte difficoltà con questo menù. Ed ecco che a maggior ragione dovremmo ringraziare perchè la scuola sta aiutando i genitori ad educare ad una sana alimentazione oltre che alla sostenibilità i nostri figli e alla fine, forse, educa anche i genitori che evidentemente hanno qualche lacuna.

 

Inoltre è necessario ricordare che la scuola non può mettere a rischio la salute dei nostri figli stando dietro a dei capricci, cosa che i genitori fanno spesso, abituandoli così a mangiare in tenera età cibi inappropriati. Vorrei anche sottolineare che proprio il gusto si può modellare, educare, ma ci vuole del tempo e se noi sosteniamo i nostri figli contro i cibi sani come potranno loro apprezzarli? Al genitore che sostenevano nell’articolo che i finocchi erano serviti male e che l’occhio vuole la sua parte direi che ha ragione, ma vorrei vedere l’eleganza dei piatti che serve lui la sera a casa, senza scordarsi che stiamo comunque e sempre parlando di una mensa, e non del pranzo domenicale al ristorante o dalla nonna.

 

A chi sostiene che è poco, chiediamoci se i nostri figi forse siano abituati a mangiar troppo.

A chi sostiene che a casa possiamo dargli quello che vogliamo ma a scuola si torni come prima almeno mangian tutti dico no, io non voglio che mio figlio mangi male a scuola perchè non accettiamo di imparare a cambiare a guardare avanti. Bisognerebbe veramente dire a chi non va bene di tornare a casa a pranzo ma per fortuna le persone che stanno adesso lavorando sono estremamente pazienti e disponibili, forse anche troppo.

A chi chiede che il’introduzione sia graduale dico fate voi uno sforzo in avanti: Aiutate i vostri figli a capire cosa stanno mangiando a scuola e perchè, insegnate che si può mangiare anche cose per cui non andiamo pazzi, perchè a differenza di noi c’è veramente chi patisce la fame (anche se adesso questo tema non va più di moda), sprecate meno tempo ad accontentarli e a lamentarvi e cercate di educarli ad un sano stile di vite fatelo per loro, e per gli altri. A chi scrive e pubblica questi articoli date voce agli scontenti ma insieme fate rispondere alle obiezioni a chi ne ha le competenze, si rischia infatti di diffondere la disinformazione invece che l’informazione: la salute è un bene primario e l’alimentazione è prevenzione primaria e ci vuole al giusta attenzione quando se ne parla.

 

Io vorrei ringraziare il Sindaco, la refezione, la dietista e tutti coloro che hanno riqualificato il menù scolastico salvaguardando, finalmente, la salute di mio figlio a 360 gradi educandolo.
Grazie
Irene Granucci